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tenui, di forme classiche e tessuti innovativi in
grado di dar vita a capi trasformabili a seconda
dello stile che si desidera interpretare.
Una moda che l’eco designer definisce
oomorfic , in trasforma ione, con un
neologismo che richiama alla mente l’evoluzione
di una crisalide in farfalla.
La formula dell’eco-designer sannita per un’alta
moda etica si può sintetizzare nell’incontro
tra la tradizione sartoriale campana e la spinta
all’innovazione tipicamente britannica, in un
gioco di contaminazioni, di fusioni di motivi
classici reinterpretati con l’inedito utilizzo di
tessuti biodegradabili e di recupero.
La ricerca sui materiali è stato un obiettivo di
rancesca fin da uando, nel , present
al mondo il primo abito nuziale interamente
reali ato in fibra di E , una stoffa
biodegradabile ricavata dall’amido di mais.
Per il rivoluzionario bio-abito furono impiegati
ben 25 chili di granoturco, da cui si ottenne un
tessuto di circa 8 chili, foggiato su un corpino con
scollo a barca e gonna lunga a balze. “Gli abiti
realizzati in Ingeo – spiega lo stilista – si possono
lavare in lavatrice a bassa temperatura, non si UN ABITO PER RICORDARE
GIANNI VERSACE
sgualciscono e possono anche essere stirati, ma
Franco Francesca è stato scelto
quasi a freddo”. Inoltre non limitano la vestibilità recentemente dalla Camera della
Moda Calabrese per realizzare
del capo. Non solo sono più confortevoli di quelli “Green Dress”, un abito per il
mese di marzo del calendario
tradizionali ma anche considerevolmente più 2013 dedicato a Gianni Versace.
Il drappeggio sinuoso della mise
economici, dal momento che il prezzo di queste realizzata dall’eco-designer
ricorda il Chitone e l’Himation,
meraviglie per ora si attesta intorno al 10% in meno abiti anticamente diffusi in Magna
Grecia intorno al V secolo a.C.
rispetto agli abiti confezionati con tessuti “ordinari”. Franco ha voluto rendere omaggio
allo stile di Gianni Versace non
“L’obiettivo principale delle mie collezioni è di solo attraverso lo studio di un
drappeggio d’ispirazione classica,
applicare l’ecologia all’alta moda, rivolgendomi ma anche attraverso la scelta di
un colore molto caro allo stilista
al comparto di lusso piuttosto che a quello cala rese il erde s eraldo Il
“Green Dress”, verde di nome
del design povero”. Una nobilitazione che e di fatto, è stato realizzato
sartorialmente presso l’Atelier
attribuisce reale valore aggiunto a prodotti di Franco Francesca a Benevento.
riciclo e che sembra soddisfare pienamente
il target esigente che lo stilista ha saputo
attrarre a sé, proveniente non solo dall’Italia,
ma sempre più dall’Estero. In pochi anni,
infatti, l’atelier Franco Francesca, ricavato in
un palazzo storico nella zona archeologica di
Benevento, è diventato il punto di riferimento
per un numero sempre maggiore di spose
eco-affezionate che desiderano indossare, il
giorno delle proprie nozze, un abito bianco
dall’impronta “green”.
84 MAGGIO/GIUGNO 2013