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Peppe Leone

La pittura di Peppe Leone
Lavorare, lavorare e ancora lavorare
                                                                                         di Angela Cerritiello
A guardare un'opera di Giuseppe Leone, pittore e
                                                              dire) dell'ascoltatore. Merito del lavoro di Leone è
docente di Tecniche e Tecnologie della Pittura presso         dominare non soltanto la scena estetica, ma abbraccia-
l'Accademia di Belle Arti di Napoli, si rimane spiazzati.     re un ambito che potremmo de nire sociale o antropo-
Le sue tele, che ormai si sviluppano sulla tetradimensio-     logico, in quanto riesce a sublimare tutta una serie di
nalità più che nella bi-dimensione, assomigliano a            sensazioni ed esperienze che riguardano l'uomo in
piccoli universi, a messe in scena della realtà, raccontata   termini universali. A metà tra un indovino e un cronista,
come si dovrebbe raccontare sempre: con spietato              Leone indaga sulle luci e sulle ombre dell'esistenza
umorismo e tenera drammaticità. Giuseppe Leone è un           esorcizzandole attraverso il fare arte. Le campiture delle
narratore atipico. Si inscrive in quella cerchia di artisti   sue tele si ricoprono di scritte afone, che non si possono
che non rivelano la realtà a carte scoperte. Sarebbe          leggere e non hanno un suono proprio, se non il suono
troppo facile. Lui le carte le mescola continuamente per      assordante dell'impossibile. Scritte che assomigliano a
far sì che il signi cato dell'opera non a ori istantanea-     codici da decifrare, a segreti custoditi e indicibili: sono il
mente, ma solo dopo una serie di tentativi dell'osserva-      mistero racchiuso in un mistero ancor più grande che è
tore. Esiste una di erenza sostanziale tra senso e signi -    quello della vita. Eppure quelle scritte sono anche un
cato, e il senso "accade" proprio nel momento in cui si       richiamo preciso al mondo della gra ca e della carta
mette in atto un tentativo di ricerca dei signi cati.         stampata, dei giornali in cui Leone si è fatto le ossa e in
L'opera di Leone allora può de nirsi compiuta in due          cui ha scoperto un altro modo per inquadrare la realtà,
diversi momenti, quando si manifesta quello che Arnol-        "come su di un tavolo luminoso", come ama ricordare. I
do Mosca Mondadori nella prefazione di "Oro Petrolio e        materiali utilizzati s dano la convenzione, e non per
Alchimia" (Denaro Libri) ha de nito "l'attimo", "l'epifa-     facile anarchia del materiale. "Oggi più che dipingere
nia" dell'ispirazione creatrice e quando l'osservatore,       mi interessa la costruzione dell’opera, non più attraver-
solo dinnanzi all'opera, raccolto tutto sulla super cie       so il colore, ma mediante oggetti o manufatti di varia
del quadro, porta avanti la sua ricerca, giunge a una         natura con forte valore simbolico come cartoline,
nuova epifania, che si pone a metà strada tra l'artista e il  pietre, corda, chiave, manoscritti, ex voto, terra, pelle,
suo pubblico, tra la voce narrante e l'orecchio (si fa per    chiodi, cartone o prodotti di terra cotta di tipo artigia-

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