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In questa “famiglia” ho tra-
scorso la maggior parte della
mia vita, fiero sin dal primo
momento di farne parte,
orgoglioso di prestare la mia
attività al servizio del Paese,
sempre consapevole dell’im-
portanza della missione affi-
data alle donne e agli uomini
che devono tutelare, in ogni
momento, il bene più importante: la sicurezza della collettività.

  Oggi raggiungo il vertice della carriera, e non posso nascondere di provare
una forte emozione. E’ un’emozione vera e positiva, un sentimento che m’indu-
ce a impegnarmi sempre di più per contribuire, in nome dello Stato, a garantire
il quieto vivere dei cittadini.

  Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che avrò il compito di dirigere
secondo i criteri e le regole della legislazione di pubblica sicurezza, è un’
“azienda” al passo dei tempi. Esso rappresenta oggi il perno di un sistema
avanzato di gestione della sicurezza. Negli ultimi anni, i modelli strategici e
organizzativi sono stati rimodulati tenendo conto dell’evoluzione del nostro
Paese nella più ampia cornice dell’Unione Europea. Come ho già detto, sarà
mia cura perfezionare questo modello, affinandone costantemente le dinami-
che operative nella prospettiva di adeguarne le capacità di risposta, in termini
organizzativi, alle mutevoli e pressanti domande che salgono da strati sempre
più vasti della società civile. Infinite sono infatti le risposte che si attendono
da noi: dalla lotta alla criminalità alla salvaguardia dell’ordine pubblico, oggi
minacciate da nuove forme di aggressione.

  In una delle prime dichiarazioni rese all’indomani della mia nomina ho chia-
rito, riprendendo una direttiva del Ministro Alfano, che il mio obiettivo princi-
pale dovrà essere quello di liberare la società dalla paura e restituire serenità

giugno                                                                              POLIZIAMODERNA

LUGLIO/AGOSTO 2013                                                                                  49
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