Page 22 - sett-ott14
P. 22
persone
beni culturali, ambientali e turismo. L’industria del muni che insistono sulle aree interessate, il Governo,
turismo, se virtuosamente organizzata come filiera l’Unesco e così via. Bisogna favorire nuovi circuiti con
integrata dell’ospitalità e dell’accoglienza, può agi- l’incontro tra finanza, imprese, fondazioni e istituzioni.
re con il medesimo effetto macroeconomico delle
esportazioni: i turisti stranieri infatti acquistano con il Un esempio arriva da Pompei?
reddito prodotto nel loro paese di provenienza beni Proprio così: è sulla base di questa convinzione che
che le nostre imprese hanno creato in Italia. Dobbia- l’Unione Industriali di Napoli ha promosso un proget-
mo sfruttare questa caratteristica, una spesa pubblica to di rilancio dell’area intorno al parco archeologico,
efficace, efficiente e ben modulata può determinare che nonostante i 4 milioni di visitatori all’anno non è
un rilevante moltiplicatore di spesa privata. C’è tanto riuscita ad attrezzarsi per essere attrattiva e ha ancora
da fare, però: Napoli e la Campania costituiscono un un turismo “mordi e fuggi”, con una permanenza me-
patrimonio culturale, artistico e archeologico di incre- dia del visitatore di appena 3 ore. Il nostro progetto
dibile ricchezza, qualità e suggestione, ma oggi solo per Pompei è un esempio dei modi e degli strumenti
il 10% del Pil totale proviene dal comparto “cultura e con i quali intervenire in questi casi. Un percorso ana-
turismo”. Troppo poco. logo può essere avviato per i Campi Flegrei.
Perché accade tutto questo? Che cosa prevede il vostro progetto?
Manca una “visione industriale” dello sviluppo, in Abbiamo realizzato uno studio di fattibilità per il più
termini di governance e di visione dinamica della grande Cultural Tourism District europeo, mappato
fruizione dei beni, orientata cioè a creare ricchezza e le aree e i siti ex industriali in dismissione in modo
diffondere cultura piuttosto che alla semplice conser- da lanciare una campagna di attrazione di capitali e
vazione del bene. investimenti e censito interventi potenziali di privati
disponibili ad investire. L’iniziativa riguarda l’area di
Come valorizzare allora i giacimenti culturali? fuori degli Scavi, in cui mancano ad esempio attrat-
Ragionando in termini di ‘industria’ turistica e cultura- tori legati all’entertainment, parchi a tema, grandi
le, attuando cioè progetti di ampio respiro, capaci di alberghi per clientela di alto livello, catene di risto-
attrarre know how e capitali da investitori internazio- razione a tema basate sulle specialità del territorio,
nali, con strumenti di finanza innovativa, realizzando infrastrutture e altri servizi come i centri Congressi. Il
partnership fra pubblico e privato. E con un approccio nostro progetto punta da una parte a salvaguardare
che faccia dialogare tutti i soggetti del territorio, i Co- il sito archeologico e gli altri siti della zona, e dall’al-
tra a riqualificare e infrastrutturare il territorio con gli
elementi di cui parlavamo prima affinché esso abbia
appeal per i turisti. Da Pompei al Porto e a tutta l’a-
rea flegrea, Napoli ha enormi opportunità di crescita:
occorre valorizzare questi grandi poli di attrazione e
il nostro patrimonio naturalistico, storico e turistico.
Dobbiamo definire concept e obiettivi comuni, ascol-
tare il territorio, condividere, sviluppare contenuti e
portarli alla valutazione di chi deve decidere.
Parliamo allora di Bagnoli, altro grande giacimen-
to dalle enormi potenzialità da troppi anni fermo.
È soprattutto a Bagnoli che bisogna realizzare una
efficace integrazione fra cultura, ambiente e turismo.
Quest’area ha eccezionali potenzialità di sviluppo per-
ché è una parte importante della zona occidentale di
Napoli, a sua volta parte integrante dei Campi Flegrei,
assoluta eccellenza tra i giacimenti culturali italiani.
22