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arte

armato che grandeggiano sulle casupole medievali, lì            fermano all’epoca in cui la cartolina era oggetto da
dove prima sorgevano le vecchie cattedrali o nei paesi          custodire, reliquia consumata dagli sguardi di chi, al
nuovi che si sono sostituiti ai borghi originari. Hanno         massimo, si concedeva un bacio all’immagine di un
le forme più bizzarre e poco condividono con le archi-          Santo o la lettura di una foto sgranata su un quotidia-
tetture del luogo, sono giganti fra i nani con una storia       no”. E continua: “Certo, di solito la cartolina celebra
tutta loro e con santi isolati tra le mura, con occhi spa-      splendidi paesaggi, cascate e borghi in pietra, archi-
esati e mani tese verso il nulla. Sono il racconto kitsch       tetture sinuose e edifici antichi. Io no, io ho voluto fo-
del nostro Mezzogiorno, sono il rapporto incerto che            tografare il kitsch, e, per di più, quel kitsch fastidioso
abbiamo con il territorio, sono il centro di una comu-          che si annida nella periferia dimenticata. Quel kitsch
nità che lì nemmeno si sente a casa. Ora cosa accade            che non solo si crede contenitore del bello, ma anche
se quelle chiese, quelle astronavi di cemento e ferro           passo progressista”. Perché le Chiese-Astronave altro
finiscono per divenir cartolina, souvenir atipico? È            non sembrano che un inno stonato al tentativo di mo-
quello che si è chiesto Angela Cerritello, che nel pro-         dernizzarsi, di abbracciare il contemporaneo, di strap-
prio lavoro di ricerca “Chiese-Astronave, Postcards             parsi al passato, alla tradizione, alle radici. Ed è per
from Italy” ha prima classificato gi edifici religiosi san-     questo che sulla scia della vecchia tecnica di colorare
niti per poi rielaborarli in chiave artistica. Ma cos’è una     le pellicole in bianco e nero, Cerritello ha lavorato ma-
cartolina? “Una cartolina celebra i luoghi, li contempla        nualmente sulle fotografie, che immortalano i nuovi
e li conserva nel tempo. Ma una cartolina è qualcosa            edifici religiosi, aggiungendo colori sgargianti al con-
di più, è il tentativo di trasportare un luogo esterno, a       fine con la psichedelìa. La scelta della sovraesposizio-
cui spesso ci approcciamo in quanto turisti, in una di-         ne, invece, nasce dal tentativo di illuminare il soggetto
mensione affettiva. Sul retro ho la possibilità di scrive-      fino ad arrivare a un punto limite: su una questione
re una frase, un pensiero rivolto a te, e solo a te, “caro”     così oscura, tanto poco indagata va accesa la più niti-
destinatario. Ti scrivo perché sei lontano, ti faccio sa-       da delle luci. Bisogna far chiarezza. E l’anima kitsch
pere che per me ci sei. “La speranza, in realtà, è che tu       dov’è? Nella ridondanza delle opere, nel fotografare (e
registri la mia assenza tanto quanto io sento la tua: la        la fotografia già conserva in sé una doppia natura)
dolce speranza di esistere, continuare a esserci anche          edifici che anelano al progresso, ma si cristallizzano
se lontani da casa”, scrive Cerritello. E la cartolina con-     nella loro incompiutezza, nel fallimento di non im-
densa in sé elementi tipicamente kitsch. Già sul fiorir         mergersi come dovrebbero nel paesaggio circostan-
del Romanticismo i giovani uomini di Inghilterra e pa-          te. Il loro è un eccesso di desiderio, il Roccocò, il Baroc-
esi sassoni scendevano verso il Mediterraneo per ren-           co, la Maniera eccedevano nello stesso modo. L’arte
dere completa la propria formazione intellettuale.              nel suo tendere all’imitazione della natura, si forma in
Cosa dovevano essere Atene e Roma allora! Città che             un campo che non possiamo non definire kitsch se
il tempo aveva divorato ed eternato, fantasmi del pas-          per kitsch si intende la tensione all’ideale di bellezza e
sato che la natura si stava pian piano riprendendo.             perfezione. Le mode non sono da meno, il cinema,
Non si potevano dimenticare quei luoghi, bisognava              con il suo sopraffare i tempi morti (che sono i tempi
ricordarli anche a casa, immortalarli in qualche modo.          della vita poi) non ne prende di certo le distanze. La tv,
Ed ecco che quei giovani intellettuali, inglesi e tede-         dal canto suo, ci sprofonda e sguazza felicemente.
schi, acquistavano da pittori e artisti del luogo le ri-        Dove si nasconde allora il buon gusto? Nell’oggetto
produzioni di quelle rovine, erano cartoline ante litte-        affettivo. Se il kitsch, anelando all’ideale diventa facile
ram o più semplicemente souvenir. Certo, con la                 cliché, l’amore per l’oggetto renderà quello stesso og-
diffusione capillare della stampa anche la cartolina è          getto originale poiché semplicemente amato. È tutto
divenuta riproducibile, con l’avvento della rete web è          un “odi et amo”, come scriveva il poeta, è tutto capire
rimasta incastrata nel cumulo delle invenzioni obsole-          che il sentire a volte può essere meglio del desiderare.
te. Eppure il fascino rimane, il rito dell’attesa, la vertigi-  La contemporaneità è l’era del desiderio convulso e
ne dell’essere nei pensieri di qualcun’altro...certo,           seriale. Imparare a guardare con occhi freschi e nuovi
sono vezzi da romantici, o da nostalgici. Il lavoro di          e facili all’innamoramento può essere la cura di un’e-
Cerritello parte proprio da qui. “Le mie opere (...) si         poca in decadenza.

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