Page 61 - 12-aprile-2016
P. 61

Parliamo del suo libro…                                         vele”, c’è la rabbia, la sofferenza della periferia. La
    “Il ventre di Scampia” è diviso in due sezioni, nella       speranza cede il passo al pessimismo o, meglio, a
    prima ci sono le poesie scritte tra il 2012 e il 2015,      una nuova consapevolezza in cui il tutto è causa di
    nella seconda quelle composte durante gli anni di           tutto. Perché la speranza, se usata male, diventa
    scuola, tra il 2006 e il 2007. Ho scelto di proposito       un alibi per la staticità. Non si può sperare che il
    di pubblicarle con un ordine cronologico a ritro-           cambiamento ci venga offerto dall’alto: dobbiamo
    so. Le poesie della seconda sezione sono per me             essere noi il cambiamento. Nessuna verità salvifica
    molto importanti. Oggi, non c’è dubbio, le scriverei        ci può aiutare, solo la nostra personale e mutevole
    diversamente, però mi fanno capire il modo in cui           verità è ciò che dà senso a un’esistenza che, altri-
    sono cresciuto, maturato.                                   menti, ne è priva. Preferisco l’azione a una speran-
                                                                za che non si può realizzare.
Una sorta di confronto tra il sè adulto e quello
bambino.                                                    Quale consiglio darebbe a un adolescente, magari
                                                            con la passione per l’arte?
    Se nelle poesie scritte a tredici anni, come “Il co-
    raggio di essere liberi”, c’è ancora l’innocenza del        Non perdere tempo, inventa! Il tempo che perdi, è il
    bambino, in quelle più recenti, come in “Oltre le           tempo che non hai voluto inventare.

                                                            59
   56   57   58   59   60   61   62   63   64   65   66