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Parliamo del suo libro… vele”, c’è la rabbia, la sofferenza della periferia. La
“Il ventre di Scampia” è diviso in due sezioni, nella speranza cede il passo al pessimismo o, meglio, a
prima ci sono le poesie scritte tra il 2012 e il 2015, una nuova consapevolezza in cui il tutto è causa di
nella seconda quelle composte durante gli anni di tutto. Perché la speranza, se usata male, diventa
scuola, tra il 2006 e il 2007. Ho scelto di proposito un alibi per la staticità. Non si può sperare che il
di pubblicarle con un ordine cronologico a ritro- cambiamento ci venga offerto dall’alto: dobbiamo
so. Le poesie della seconda sezione sono per me essere noi il cambiamento. Nessuna verità salvifica
molto importanti. Oggi, non c’è dubbio, le scriverei ci può aiutare, solo la nostra personale e mutevole
diversamente, però mi fanno capire il modo in cui verità è ciò che dà senso a un’esistenza che, altri-
sono cresciuto, maturato. menti, ne è priva. Preferisco l’azione a una speran-
za che non si può realizzare.
Una sorta di confronto tra il sè adulto e quello
bambino. Quale consiglio darebbe a un adolescente, magari
con la passione per l’arte?
Se nelle poesie scritte a tredici anni, come “Il co-
raggio di essere liberi”, c’è ancora l’innocenza del Non perdere tempo, inventa! Il tempo che perdi, è il
bambino, in quelle più recenti, come in “Oltre le tempo che non hai voluto inventare.
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