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©CinemaFiction Napoli
Massimo Dapporto a lezione con i ragazzi di CinemaFiction
le giuste “speranze”. Sempre all’altezza dei ruoli che della sala vuota in teatro è un rischio ricorrente di chi
gli sono stati affidati, che si trattasse di personaggi fa esclusivamente teatro e solo anni di lavoro per-
complessi sulle tavole teatrali o di protagonisti di fi- mettono di raggiungere il successo.«Il cinema e la
ction TV che si guadagnavano immediatamente l’af- televisione regalano una popolarità che consente di
fetto del pubblico, Dapporto ha sottolineato quanto fare teatro ad alti livelli con la garanzia di una sala
sia fondamentale per un attore non montarsi la testa sempre piena». Non manca qualche osservazione
e capire che, in questo mestiere più che in ogni altro, sulle caratteristiche del pubblico napoletano, che
esiste una parabola ascendente e una discendente. Dapporto definisce «difficile e troppo legato agli au-
Così come bisogna accettare il fatto che ogni età si tori della propria tradizione».
presta a un determinato tipo di ruoli. Ed è proprio di una delle leggende del teatro napo-
Una doverosa distinzione va fatta anche tra la recita- letano che Dapporto conserva un ricordo speciale.
zione teatrale e quella cinematografica. «Ricordo che alla fine di una rappresentazione de
«Il teatro presuppone la capacità, non sempre L’Avaro incontrai Eduardo de Filippo mentre anda-
scontata, di stare davanti a un pubblico che in quel
preciso istante ti dà la misura dell’apprezza- va nei camerini per salutare Mario Scaccia,
mento e quindi del successo – sottolinea il capocomico. Mi fece i compli-
Dapporto –. Davanti alla macchina da menti e mi disse, insistendo
presa, invece, l’empatia con il pub- di fronte alla mia ritrosia:
blico è sacrificata e non saprai mai “Tu sei bravo, e lo sai!”.
se hai fatto veramente bene fino a Una settimana dopo,
quando non verrai impresso sullo al termine di un suo
schermo». spettacolo, fui io a
Consacrato da personaggi di capitare per sbaglio
fiction indimenticabili come nel suo camerino, ac-
“Amico mio”, “Giovanni Falcone” o compagnato dal diretto-
“Distretto di Polizia” – serie in cui, re del teatro che mi aveva
tra l’altro, è stato diretto scambiato per suo figlio. Lui
dal figlio regista Da- mi guardò e mi disse:
vide –, Dapporto “Tu non sei mio
ammette che figlio… e lo
l’incubo sai!”».
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