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DAL QUARTIERE SANITÀ

INTERVISTA AL PARROCO DON ANTONIO LOFFREDO

       di Luca Napolano                                                       tezemolo. Tutto ciò è stato reso possibile grazie al contributo
                                                                              economico di molte fondazioni, quali la Fondazione con il Sud
VV alorizzare le risorse umane e artistiche della                             che ha creduto e ne ha sostenuto lo start up iniziale.
                        città per il benessere della collettività. Questo è
                        l’obiettivo di un’importante iniziativa in corso da     Don Antonio, com’è nata l’idea di creare queste attività mi-
                        alcuni anni , a Napoli, nel noto Quartiere Sanità.    croimprenditoriali?
                        A causa anche della sua conformazione urbani-
       stica, affossato all’interno delle colline, il rione Sanità è sempre     L’idea è nata circa dieci anni fa quando arrivai nel quartiere
       apparso distaccato dal resto della città tale da sembrare una pe-      Sanità, che assomiglia a un vecchio ghetto per la presenza del
       riferia all’interno della città, ciò ha favorito la concentrazione di  ponte. Oltre oltre alle cose negative trovai conservate due ri-
       clamorose contraddizioni sociali e lo sviluppo di un terreno fer-      sorse importanti: quelle umane e quelle storico artistiche. Così
       tile per la criminalità. A portare avanti l’importante progetto di     decisi di puntare su di esse risvegliandole e valorizzandole.
       valorizzazione sociale e culturale di questo Rione è don Anto-
       nio Loffredo, parroco della basilica di Santa Maria della Sanità.        In che modo ha iniziato a valorizzare queste risorse?
       Quando si dice “l’abito non fa il monaco” questo è il caso dirlo;        Ho iniziato con un gruppo di ragazzi che non frequentava la
       sotto l’abito talare si nasconde quello che potremmo definire un       scuola. Abbiamo cominciato un percorso di formazione facen-
       manager del sociale. Da dieci anni, don Antonio, è impegnato           doli viaggiare nel mondo, perché in questo modo si ha la pos-
       con i giovani del quartiere con i quali ha realizzato 3 coopera-       sibilità di conoscere, di confrontarsi con gli altri e di allargare
       tive che attualmente offrono lavoro a circa una ventina di ra-         le prospettive. Sono stati in Giordania, Terra Santa, Marocco.
       gazzi. In questo modo si è creato un vero è proprio circuito di
       microimprese che oltre a creare lavoro hanno dato nuove attese         IL SUCCESSO LOCALE
       ai giovani del Rione. Con loro ha iniziato un percorso di valo-        LA VALORIZZAZIONE E IL RECUPERO
       rizzazione e recupero del patrimonio artistico e culturale della
       zona, come la basilica di San Gennaro extra Moenia, rimasta            DEL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE
       chiusa per oltre 40 anni, le Catacombe di San Gaudioso o il
       convento casa del Monacone trasformato in un B&B per i turi-           Così molti ragazzi hanno ripreso la scuola serale e alcuni ad-
       sti. Caso esemplare le Catacombe di San Gennaro che sono               dirittura si sono iscritti all’università, come Enzo, che dopo es-
       state recuperate e rese fruibili a tutti abbattendo qualsiasi bar-     sere stato un anno a Londra ora, si occupa dell’accoglienza dei
       riera architettonica e sono state affidate alla cooperativa la Pa-     turisti. In questo modo sta crescendo il capitale umano.
       ranza, formata da 11 ragazzi del Rione, che le ha prese in
       gestione. In poco più di un anno le visite alle Catacombe sono           E poi come sono nate le cooperative?
       triplicate e si è sviluppato un indotto fatto di piccole coopera-        Nel quartiere c’erano e ci sono una serie di beni storico e ar-
       tive e di artigiani che hanno dato nuova speranza e fiducia ai         tistici da recuperare, come le Catacombe di San Gennaro, e al-
       giovani. Il piglio imprenditoriale don Antonio ce l’ha nel san-        lora pensai di creare una cooperativa - “La Paranza” - con i
       gue, figlio di un imprenditore, ma in questo caso tutte le capa-       ragazzi del quartiere al fine di valorizzare e far conoscere que-
       cità e competenze sono state investite per il bene sociale del         sto patrimonio. Così, con molta fatica, abbiamo restaurato le
       quartiere in cui opera. Ovviamente, non tutto è stato rose e fiori,    Catacombe e ora sono i ragazzi a gestirle, ovviamente tutti
       le difficoltà ci sono state, in primis quelle di tipo economico e      hanno dovuto impegnarsi a studiare per fornire una professio-
       poi quelle burocratiche, porte in faccia ne ha ricevute, soprat-       nalità e un’assistenza di qualità. I ragazzi hanno tutti un con-
       tutto dalle istituzioni, ma don Antonio con la tenacia e la de-        tratto a tempo indeterminato, perché bisogna dargli una
       terminazione di un vero manager le ha affrontate e le ha               speranza per il futuro. Adesso, oltre a La Paranza, che si occupa
       superate insieme all’aiuto dei ragazzi. Questo modello di fare         anche di organizzare itinerari turistici all’interno del quartiere e
       impresa don Antonio ha avuto modo di illustrarlo al presidente         gestire il B&B - La Casa del Monacone -, abbiamo altre 2 coo-
       della Repubblica Giorgio Napolitano e a Luca Cordero di Mon-           perative: Officina dei Talenti e Iron Angels. La prima ha curato
                                                                              tutto il sofisticato sistema di illuminazione delle Catacombe tan-

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