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di tutte le delegazioni ho visto un maggior impegno. Il
clou sarà Vinitaly (7-10 aprile) che ci coinvolge in modo
più corale, produttrici, sommelier, ristoratrici. È previsto
un convegno sulla comunicazione del futuro con relatori
internazionali; ritengo sia importante riflettere e capire
dove il cambiamento ci vuole o ci può portare. Nostro
partner ufficiale sarà l’ Ente Fiera di Verona e testimonial
d’ eccezione il Proprietario di Eataly, Oscar Farinetti.
Anche quest’ anno ci sarà il Ristorante delle Donne del
Vino con l’ obiettivo di promuovere l’ enogastronomia
a 360° proponendo piatti regionali e vini; in
controtendenza rispetto al passato, però quest’ anno
daremo spazio a cinque giovani chef emergenti. Avremo poi
la nostra assemblea annuale in cui ci saranno tutte le past
president anche per ripercorrere la storia dell’ associazione.

In Campania, nello specifico quale evento è già previsto?
A fine giugno ci sarà “Sorsi di Luna”, una “due giorni” per
avvicinare i giovani al bere consapevole.

Lo scorso anno ha ricevuto la medaglia di Cangrande,
prestigioso premio riservato ai benemeriti del vino,
come nasce il suo percorso e quanto è stato difficile in
quanto donna?
Il mio impegno nel mondo del vino è nato a seguito
dell’ incontro con mio marito che, con la sua famiglia, si
occupava proprio di vino e così, in poco tempo, mi sono
innamorata di questo mondo e nel 1990 ho contribuito
alla nascita di “Grotta del Sole”. La passione per il
vino e per il territorio ha portato la nostra famiglia
alla riscoperta di vitigni autoctoni che, pur famosi
dall’ antichità, non erano mai stati proposti in modo
adeguato sul mercato. Parliamo della Falanghina e
del Piedirosso; del Gragnano e Lettere della Penisola
Sorrentina; del Lacrima Christi del Vesuvio. Così,
in pochi anni, alcuni vini sono stati valorizzati con il
riconoscimento del marchio DOC. Successivamente,
anche per ragioni di mercato (all’ estero il Greco di
tufo era più conosciuto) siamo andati in Irpinia dove
abbiamo affittato un terreno agricolo per produrre
Greco, Fiano ed Aglianico. Ci siamo dedicati anche
all’ Asprino di Aversa, uno spumate che si è fatto
apprezzare con difficoltà, mancando una tradizione
spumantistica in Campania, ma si tratta di un
monovitigno a buccia bianca di grande acidità lavorato
sia con il metodo classico che con il più veloce metodo

MARZO/APRILE 2013                                               23
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