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passa per la Campania, per Napoli. E come
non essere eri di un riconoscimento frutto
delle migliori eccellenze cinematogra che
italiane? Al di là di ogni inutile, sterile e scioc-
ca polemica resta un fatto, indiscutibile
anche per i più critici: i lm italiani sanno
ancora conquistare il palcoscenico interna-
zionale. E poco importa se a qualcuno non è
piaciuto, se qualcun’altro non l’ha capito, se
la smania di negare l’evidenza di una realtà
grottesca ritratta con delicatezza e veridicità
è stata più forte dell’umiltà di riconosce il
talento altrui. Eccoli lì: regista, attore e
produttore. Emozionati, felici, orgogliosi. Un
ringraziamento semplice, diretto, alla grande
bellezza degli a etti più cari, di chi ha contri-
buito a realizzare questo piccolo capolavoro,
alla grande bellezza della creatività, delle
fonti di ispirazione, al genio nelle sue diverse
espressioni: da Roma a Napoli, da Federico
Fellini a Martin Scorsese, dai Talking Heads a
Maradona. Perché la genialità è ovunque, in
una pellicola cinematogra ca, nelle note di
un brano, nelle giocate del Pibe de Oro che
hanno fatto la storia del calcio e anche la
storia di una città, prima – molto prima – di
confondersi con le vicende giudiziarie che lo
vedono protagonista. La genialità è nello
stile della regia, nell’espressività del volto di
Servillo che ricorda quella del maestro del
teatro, dell’Eduardo che rivive in palcosceni-
co nelle sue Voci di Dentro, è nella scommes-
sa di un produttore che da sempre crede in
questo binomio perfetto tra un regista visio-
nario e un attore di straordinaria bravura. Sul
palco del Kodak Theatre, oggi Dolby, i ri et-
tori illuminano Roma, certo, protagonista
indiscussa della pellicola, ri esso di un’Italia
complessa, sospesa tra bellezza e decadenza.
Ma a dare luce è l’asse Napoli-Caserta, a far
brillare la storica statuetta sono tre sorrisi che
liberano speranze, aspettative, tensioni.
Tutto è stato detto e scritto sul lm, sui suoi
protagonisti, sull’Oscar. Ma non stanca mai
ricordare quanta bellezza, quanta bravura,
quanto impegno ci sia dietro quella s lata sul
red carpet. Tanta Napoli si fonde e si ritrova
in quell’Oscar, tante eccellenze celebrate che
hanno contribuito con il loro lavoro alla
da sinistra Toni Servillo, Paolo Sorrentino e Nicola Giuliano sul palco del Dolby Theatre
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