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Chiostro dei Santi Marcellino e Festo
Il Complesso dei Santi Marcellino e Festo nasce dalla quattrocentesca fusione
di due antichi monasteri. In seguito a questo evento il Chiostro venne ampliato
e ristrutturato, divenendo una delle meraviglie della struttura. La sua princi-
pale caratteristica è l’esser stato concepito come un vero e proprio belvedere
scenografico, è totalmente aperto sul lato che anticamente dava direttamente
sul mare. La disposizione dell’intero edificio è chiaramente studiata in funzione
della veduta, testimonianza ne sono i piani alti che sovrastano il porticato, do-
tati di un’ampia balconata. Al centro vi è un bel giardino dove si erge la Fontana
dei Delfini, grade vasca barocca. Il monastero fu soppresso nel 1808 e oggi il
Chiostro dei Santi Marcellino e Festo ospita il Dipartimento di Scienze Politi-
che dell’Università Federico II e il Museo di Paleontologia.
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Chiostro di Santa Maria delle Grazie Maggiore
a Caponapoli
Detto anche Chiostro della Maternità per l’iscrizione sul porticato d’ingresso
dedicata alle donne in attesa. La pianta rettangolare è delimitata da sei arcate
per quattro che poggiano su pilastri di piperno. Le volte a crociera esibiscono
decorazioni floreali con motivi dell’arte orientale, mentre gli affreschi che or-
nano le lunette rappresentano episodi della vita di Sant’Onofrio. Il Chiostro ri-
sale al Cinquecento ed è opera degli Eremitani Girolamini. Dal 1809, in seguito
alle soppressioni, l’intera struttura passò al Complesso degli Incurabili. Queste
mura sono state teatro della storia politica e culturale della città: nel chiostro
erano soliti riunirsi i membri dell’Accademia degli Oziosi, fondata nel 1611 da
Giovan Battista della Porta. La seconda metà del Settecento vide la struttura
centro della Massoneria napoletana, sotto la guida di Serafino Pinzone.
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Chiostri di Santa Maria la Nova
Due Chiostri, il maggiore intitolato a San Francesco e il minore a San Giacomo
della Marca, impreziosiscono il complesso della Chiesa di Santa Maria la Nova.
La struttura odierna risale a un intervento cinquecentesco opera dell’architet-
to Cola di Franco. Il Chiostro di San Francesco, oggi sede dell’Amministrazione
Provinciale di Napoli, si contraddistingueva per gli affreschi dedicati al santo,
oggi purtroppo scomparsi. Integre sono le pitture del chiostro minore, attribu-
ite a Simone Papa, con un ciclo dedicato a San Giacomo. In quest’area, a forma
rettangolare con pozzo di marmo centrale, circondata da un portico, si trovano
le suggestive sale del Cinquecento che ospitano sedute d’esame universitarie,
meeting ed eventi. Nel vano di passaggio al chiostro, infine, si affacciano i due
putti di Luca Giordano che l’artista, a soli otto anni, avrebbe affrescato al posto
del padre.
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90 noveMBRE/dicembre 2013