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siamo pieni di ragazzi qualificati che non una chiesa per pochi giorni è molto facile,
guadagnano e che, con la scusa che sono tenerla aperta per sempre è un impegno che
volontari, lavorano gratis. Il problema, in noi non possiamo sostenere, così come non
realtà, è molto più complesso e riguarda può sostenerlo né la Curia né il Comune.
il paese intero: mi riferisco a una crisi Tuttavia, proprio con il Comune stiamo
profonda, finanziaria certo, ma anche di pensando a una strategia che ci permetta
coscienza. di utilizzare i lavoratori socialmente
“Aprire” può dunque considerarsi la parola utili in questi contesti. Non voglio dire,
chiave che definisce la sua gestione? ovviamente, che quando ho iniziato a fare
Sì, aprire, aprire, aprire e aprirsi! il soprintendente a Napoli fosse tutto
Mi può fare però qualche esempio chiuso. Mi spiego. Quando venni a Napoli
specifico? a fare il militare nel 1980, allora la città
Beh, posso farle una infinità di esempi, pensi era veramente chiusa. In quel periodo chi
alla chiesa di Sanseverino e Sossio, che voleva visitarla poteva vedere pochissimo,
ora viene aperta con una certa regolarità, il Gesù nuovo, Santa Chiara, il Duomo e San
alla chiesa di Sant’Elmo, al Filangieri. Poi Lorenzo Maggiore. Io all’epoca, per esempio,
abbiamo aperto la Farmacia degli Incurabili, non riuscii a vedere Santa Maria la Nova.
dove bastava un piccolissimo intervento di Quindi posso dire che ho iniziato a lavorare
restauro. Certo molte di queste chiese le in una situazione molto cambiata, molto
abbiamo aperte e poi richiuse. Perché aprire migliorata. Naturalmente quello che è stato
fatto non basta, bisogna fare di più.
Fabrizio Vona
Già solo il mantenimento costa energie.
Lei qua tocca un punto dolente. Il grande 39
problema di Napoli è proprio quello:
l’impossibilità di fare manutenzione. È
un problema italiano intendiamoci, ma a
Napoli, come spesso succede, tutto è più
complicato.
Ma il problema vero non è forse che a
Napoli manchi un po’ la capacità di fare
sistema?
Stiamo studiando un biglietto che valga per
tutti i nostri i musei per più di un giorno,
offrendo così la possibilità di ritornare
anche una seconda volta nei luoghi già
visitati. Le faccio un esempio: se un turista
spende 7,5 euro per visitare Capodimonte,
che male c’è se il giorno dopo può rientrare
con lo stesso biglietto senza pagarne uno
nuovo? Non c’è niente di male! Sicuramente
se deve spendere quindici euro in due giorni
per vedere lo stesso museo, magari solo per
un quadro che non ha visto, è difficile che
torni. Ma se invece l’ingresso è libero, un
turista che trascorra a Napoli una settimana,
secondo me due mattinate, o anche tre,
le dedica volentieri a un museo che ha
LUGLIO/AGOSTO 2013