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Statue equestri
di Alessio Russo
Monumento ad Armando Diaz
La statua del generale Armando Diaz si erge maestosa, con i suoi
5 metri di altezza, sulla rotonda cui ha dato il nome, nel mezzo
di via Caracciolo. Per gli italiani è il Duca della Vittoria, titolo
conferitogli nel 1921. Chiamato, dopo Caporetto, a sostituire
Cadorna come capo di Stato Maggiore dell'esercito, guidò le truppe
nella vittoriosa controffensiva che nel 1918 sbaragliò gli austriaci. L´idea di
un monumento in suo onore fu lanciata nel 1928 dall´Associazione nazionale
Famiglie dei Caduti in Guerra e Mussolini approvò l´iniziativa. Il progetto
architettonico fu affidato a Gino Cancelletti, l’esecuzione della statua
bronzea a Francesco Nagni. L´opera, inaugurata il 24 maggio 1936,
riporta sul basamento bassorilievi marmorei con il racconto dell’atto
conclusivo dell’Unità d’Italia, uno stemma littorio di casa Savoia
con epigrafe commemorativa e il testo integrale del Bolletti-
no della Vittoria.
Monumento a Vittorio Emanuele ll
Il monumento a Vittorio Emanuele II di
Savoia, primo re d’Italia, ha cambiato
residenza più di una volta. Da piazza Munici-
pio, dove sorgeva sin dal 1897, è stato
sfrattato nel 2009 e collocato nei fossati di
Castel Nuovo. Nel dicembre del 2010 è stato
nottetempo imbragato e trainato sino a piazza
Bovio, dove domina tutt’ora. C’è anche chi avrebbe
preferito che il nuovo inquilino restasse celato per sempre: i
neoborbonici, che nel re vedono rappresentato lo scempio della
storia del Regno delle Due Sicilie e della sua capitale. Nonostante le
critiche ardenti, le petizioni di esilio e gli atti vandalici, l’opera resta fiore
all’occhiello dell’area. La realizzazione fu affidata nel 1888 a Emilio France-
schi. Due anni dopo questi morì, lasciando compiuto solo il bozzetto, e il monu-
mento fu eseguito da Tommaso Solari, Alfonso Balzico e Salvatore Cepparulo.
Statue di Carlo III e Ferdinando I di Borbone
L'arte di Antonio Canova, fatta di compostezza dei gesti e d’eleganza armonio-
sa delle forme, ebbe un'influenza internazionale sulla scultura del primo Otto-
cento. Una commessa per l’esecuzione di un monumento equestre a Napoli era
già arrivata all’artista durante la parentesi napoleonica da Giuseppe Bonaparte.
La storia riportò la dinastia borbonica sul trono delle Due Sicilie e fu re
Ferdinando a ottenerne i servigi. L’idea del re era celebrare il ritorno della
propria casata con tre sculture a cavallo, ma il Canova acconsentì alla
realizzazione di due di esse: Carlo di Borbone e Ferdinando stesso. La
prima fu interamente eseguita dall’artista fra il 1816 ed il 1819, la
seconda fu terminata dall’allievo Antonio Calì. I monumenti furono
esposti per la prima volta il 25 agosto del 1827 alla Mostra Borbonica
e due anni dopo collocati al Largo di Palazzo, attuale Piazza del Plebiscito.
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