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STATUE EQUESTRI

Statua di Domiziano/Nerva
Il Castello Aragonese di Baia fu costruito sui resti di una
villa romana per volere del re di Napoli Alfonso II
d’Aragona. Oggi ospita il Museo Archeologico dei Campi
Flegrei. Nella Torre Tenaglia, una delle strutture più
antiche della fortezza, è stata ricostruita la fronte del
Sacello degli Augustali, scoperto nel Foro di Miseno nel
1968. Il tempietto era arricchito dalle immagini degli
imperatori della dinastia flavia (69-96 d.C.), tra cui i
divinizzati Vespasiano e Tito. Nella sala spicca per bellez-
za la statua equestre di Nerva, ritrovata in frammenti e
ricomposta solo in parte. L'imperatore, che indossa una
corazza alla greca con ricche decorazioni in rilievo, è
rappresentato su un cavallo in posizione rampante,
pronto a scagliare una lancia. Il riferimento è alla statua
di Alessandro Magno realizzata nel 334 a.C. da Lisippo.
In origine la scultura immortalava le fattezze
dell’imperatore Domiziano. Colpito dalla damnatio
memoriae, dopo aver instaurato a Roma un duro regime
di terrore, il suo volto marmoreo venne ritagliato come
una maschera e sostituito da quello di Nerva.

Opere del Museo dell’Ippodromo di Agnano
L’Ippodromo di Agnano ospita dal 2005 il MIA, "Museo
dell’Ippodromo di Agnano". Il progetto nacque con l'inten-
zione di creare all'interno dell'ippodromo uno spazio
espositivo permanente dedicato all'arte contemporanea.
Oltre alle opere di pittura, ospita numerose sculture equine.
Il napoletano Dino Izzo ha istallato delle colorate e singolari
sculture in vetroresina dipinta ispirate ai cavalli e alte poco
più di due metri, mentre il venezuelano Felix Policastro, nel
"Cavallo senza coda", realizzato con materiali plastici, ha
reinventato la monumentalità dell’animale, quasi umaniz-
zandolo. Ci sono anche il "Cavallo Uovo" di Lello Esposito,
scultore e pittore interessato agli archetipi e ai simboli della
cultura napoletana, e il "Donato Cavallo" di Riccardo Dalisi,
architetto e designer potentino di rilievo internazionale. A
suggellare il tutto, l’opera in legno "Agnanense Simula-
crum", di Raffaele Nastro, simbolo di Agnano.

Statua di Ladislao d’Angiò
Ladislao d’Angiò fu re di Napoli dal 1386 al 1414. Il suo regno si contraddistinse per
il rilancio di un’ambiziosa politica espansionistica. Sulla sua figura gli storici si sono
spesso divisi. Alla sua celebrazione postuma pensò la sorella Giovanna II che, succe-
dutagli al trono, fece erigere un imponente monumento funebre nella chiesa napo-
letana di San Giovanni a Carbonara. Lo splendido mausoleo, eretto nel corso di più
di dieci anni, è opera di diversi artisti del Rinascimento. Sulla sommità svetta la
statua equestre di Ladislao. Il re, in groppa a un destriero bardato da parata, brandi-
sce una grande spada, come a mostrare arrogantemente il proprio potere anche in
un edificio sacro.
È l’immagine di un principe condottiero, che ostenta con audacia le vittorie ottenute
grazie alle sue virtù militari, di cui la dinastia si fa erede.

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