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subito dopo l’estate, ci dedicheremo al taglio del nastro. Intanto,
continuerò a lavorare tutto il giorno, come faccio da quando
ero piccolo, e nel tempo libero che riuscirò a ritagliarmi, tra
Napoli e Torino, coltiverò le mie passioni di sempre: il tennis, il
wake e la mia squadra del cuore, che è la più forte di tutte e che,
quest’anno, in particolare, mi sta dando molte soddisfazioni…
Tanti impegni, tanto onore?
Non c’è molto di eroico, a dire il vero. Le responsabilità e gli
oneri rendono solo più preziosa ogni pausa, ma la distrazione,
quella con la “d” maiuscola, è un lusso che non posso permet-
termi ancora. In compenso, cerco di godermi le mie soste e,
quando non riesco a dedicarle allo sport, allora mi vizio con la
buona cucina: quella mediterranea soprattutto, che non ha
uguali nel mondo; ma anche quella giapponese che, ultima-
mente, mi sta appassionando.
Da imprenditore di successo è tenuto a saper stare con gli
altri. Ma quando può scegliere, che tipo di compagnia prefe-
risce?
Mi sta chiedendo se sono un imprenditore “social” che gioca
a tennis con i colleghi di lavoro e pranza con i dipendenti?
In un certo senso…
Macché! Ho una buona predisposizione ai rapporti interper-
sonali e sono automunito (sorride - nda), ma l’amicizia è un’al-
tra cosa e, nel mio caso, è circoscritta a due persone.
in “Voga”
È altrettanto selettivo sul lavoro o in azienda l’ingrediente
del successo è un altro?
Se applicassi alla mia vita personale il modello organizza-
tivo della “Qualità totale”, che invece è quello seguito in
azienda, sarei ossessionato dall’efficienza e dal van-
taggio competitivo. In altri termini, nessuno gio-
cherebbe con me a tennis, tanto meno i miei
dodici
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