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ho iniziato a seguire la nascita di prodotti per altre aziende, at-
 tive anche in settori  merceologici differenti. Volevo mettermi in
 discussione e, soprattutto, in gioco. Ecco perché, oggi, la mia
 imprenditorialità è del tutto svincolata da quella familiare.

    Calzature e non solo, però…
    Sì, il settore calzaturiero è sempre l’ago della bilancia ed è
 quello che occupa gran parte della mia giornata tipo. L’azienda
 per la quale lavoro come “uomo-prodotto”, la “Eve Milano”,
 ha quarantadue negozi in franchising tra la Lombardia e il Pie-
 monte che, nei prossimi anni, saliranno a quota centocinquanta
 su tutto il territorio nazionale, ed è un obiettivo questo che ri-
 chiede non poca dedizione. Ma produrre belle scarpe e distri-
 buirle quanto più possibile è ormai uno stimolo per portare
 avanti anche altre iniziative.
    Per questo ha deciso di investire nel brand “Voga”?
    Voga non è solo un’iniziativa imprenditoriale. È uno stile di
 vita per chi vi partecipa, una dimensione parallela per chi la in-
 traprende.
    Cosa diversifica il marchio a tal punto da farne un punto di
 riferimento della movida partenopea?
    Voga è un laboratorio per la progettazione di strutture legate
 all’intrattenimento e alla ristorazione. I suoi principali elementi
 sono la musica, l’arte, la moda e l’immagine, elaborati all’inse-
 gna dell’originalità. Una atipicità che si respira dalla produzione

                                           NON SOLO CALZATURE

                           L’uomo-prodotto del gruppo “Eve Milano”,
                               Augusto Cuomo, napoletano, classe ’77,
                                        si racconta in esclusiva al “dodici”
                                      svelando il segreto del suo successo
                                   dal settore calzaturiero, in cui è nato,

                        al nuovo brand “Voga” per l’intrattenimento.

 musicale appunto - e i suoni diffusi nei Voga club di Coroglio, di
 piazza Vanvitelli e di vico Satriano sono tutti prodotti dai noi, sotto
 la supervisione artistica del musicista e dj Diego Ciaramella - al-
 l’ambientazione delle location, ai servizi offerti e alle iniziative cu-
 stomerizzabili che permettono di fidelizzare la clientela
 rendendola, al tempo stesso, protagonista dello status in cui vuole
 identificarsi e riconoscersi.

    Ed è una strategia che ripaga in tempi di crisi come questo?
     La recessione ha colpito tutti, nessuno escluso. E chi, come noi,
       si occupa di intrattenimento e ristorazione deve fare i conti con

       la ridotta disponibilità di spesa delle persone. Accertato que-
       sto, è possibile fare la differenza assicurando la stessa qualità
       e la stessa ricercatezza che ti hanno garantito un certo posi-
     zionamento di mercato a condizioni economiche meno esclu-
    sive. Mai “verticalizzare” il brand in funzione della domanda se
   basta, semplicemente, rimodularne la fruibilità.

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