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LA TRADIZIONE DEL
PRESEPE NAPOLETANO SI È
AFFERMATA NEL ‘700 GRAZIE A
CARLO III DI BORBONE. TUTTI I
GRANDI SCULTORI DELL’EPOCA SI
DEDICARONO ALL’ARTE
PRESEPIALE
“Si costruisce un leggero palchetto La tradizione del presepe napoletano narra di un’arte
a forma di capanna, tutto adorno di nata nel 1205, che ha però avuto il momento di mag-
alberi e di alberelli sempre verdi; e lì giore splendore nel ‘700, grazie all’impulso dato da Car-
ci si mette la Madonna, il Bambino lo III di Borbone. Non si poteva più parlare di figurarum
Gesù e tutti i personaggi, compresi sculptores, ma di veri e propri artisti. A nulla sono valse
quelli che si librano in aria, sontuo- critiche autorevoli come quella di Luigi Vanvitelli che
samente vestiti per la festa [...]. Ma definì l’arte presepiale “una ragazzata”. Tutti i grandi
ciò che conferisce a tutto lo spetta- scultori dell’epoca, infatti, si dedicarono alla creazione
colo una nota di grazia incompara- dei pastori. Tra questi Giuseppe Sanmartino uno dei più
bile è lo sfondo, in cui s’incornicia il grandi artisti del ‘700. L’autore del Cristo Velato, capo-
Vesuvio coi suoi dintorni. (J.W. Goe- lavoro della scultura europea conservato nella Cappella
the, Viaggio in Italia, 1787) Sansevero, fu figurinaio prolifico le cui opere possono
essere ancora oggi ammirate presso il presepe Cuciniello
nel Museo di San Martino.
Altro mirabile esempio di presepe napoletano è quello
del Banco di Napoli, esposto presso il Palazzo Reale,
composto da oltre 200 personaggi tutti risalenti alla
dodici
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