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Aieta
Dal 2013 è entrato a far parte dei borghi più belli d’Italia. Le sue origini sono
medievali. Il borgo si stringe intorno al suo edificio più prezioso, il palazzo
eretto nel XVI secolo dai Martirano, ampliato dai marchesi Cosentino e poi
venduto agli Spinelli di Scalea, uno dei pochi esempi dello stile rinascimen-
tale applicato all’edilizia civile in Calabria. Dal 1913 è monumento nazionale
ed è oggi di proprietà comunale ospitando convegni e il museo virtuale. La
chiesa madre è dedicata a Santa Maria della Visitazione, realizzata nel XVI
secolo su impianto di età normanna. A 800 metri dal centro storico, nella
cappella di San Vito Martire (XVII secolo), con portale ad arco e portico di
ingresso, è conservata la statua lignea settecentesca del patrono di Aieta.
Attraversato uno stretto ponte medievale, lungo l’alveo di un torrente, si ar-
riva ai resti di antichi mulini ad acqua, alcuni dei quali di età medievale.

Civita                                                Papasidero
Nel cuore del Parco del Pollino, “il paese tra le     Piccolo paesino collinare incastonato splen-
rocce”, così definito per le immense montagne         didamente tra i monti e le gole del Massiccio
verdi che circondano la sua vallata, è uno scri-      del Pellegrino. Posto a 210 metri di altitudi-
gno che custodisce le antiche tradizioni del po-      ne, deve il suo nome a un monaco igumeno
polo arbëresh. Una delle principali attrattive del    orientale, capo di una delle tante comunità
luogo è il Ponte del Diavolo ad arcata unica a        religiose che popolavano la valle. Papasidero
dorso d’asino, un’ardita opera di ingegneria. A       conserva tracce dell’uomo risalenti al Paleo-
causa del punto impervio in cui sorge e degli         litico superiore, attestati dai rinvenimenti ef-
scarsi mezzi di cui si disponeva un tempo, alla       fettuati nella famosa Grotta del Romito. Su un
fantasia popolare dovette apparire impossibile        macigno calcareo, posto all’imboccatura della
che a costruirlo fosse stato l’uomo per cui se ne     grotta, si può ammirare lo splendido graffito
attribuì la sua realizzazione al diavolo. Attrattiva  di 1.20 metri di lunghezza raffigurante un bo-
di Civita sono anche i comignoli che vanno oltre      vide, vissuto 15.000 anni fa. L’area, costituita
la funzionalità pratica in quanto sono in pietra,     in Parco Archeologico dispone di un piccolo
decorati e personalizzati così da raccontare l’in-    museo didattico con tutte le informazioni in-
timità domestica di ogni singola casa divenen-        dispensabili. Gran parte del territorio è occu-
do simbolo dello status sociale familiare.            pato e protetto dalla Riserva Naturale della
                                                      Valle del Lao che si estende per oltre 5.000
                                                      ettari lungo il corso dell’omonimo fiume.

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