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Ftruamsaaltuotrei ealabffiavrioi                    NNel Mezzogiorno si fuma meno che al Nord, ma si                            matori aumenta al decrescere del titolo di studio conseguito: trai
                                                                            produce più tabacco che nel resto d’Europa. È       laureati è il 21,9%, mentre è il 31,7% tra quanti hanno la li-
                   LA CAMPANIA LEADER                                       questo il dato più interessante dell’indagine Doxa  cenza media. Fra le donne più anziane sono, invece, le più
                                                                            2011 “Il fumo in Italia” commissionato dall’Isti-   istruite a far registrate la maggiore percentuale di fumatrici: il
                         DELLA FILIERA DEL TABACCO                          tuto Superiore di Sanità al centro delle due gior-  14,9% contro il 4,3% con il basso titolo di studio.
                                                          nate sul tema “XIV Convegno Tabagismo e Servizio Sanitario
            MA AL SUD SI FUMA MENO CHE AL NORD            Nazionale” (31 maggio) e “Conferenza della Settimana Europea            L’industria del tabacco. Il 15° Rapporto Nomisma sulla filiera
                                                          contro il Cancro” (1 giugno) promosse dal Ministero della Salute,     nazionale del tabacco, pubblicato a metà aprile, ne sottolinea
di Serena Roberto                                         dall’Iss appunto e dalla Lega Italiana per la Lotta contro i tumori   l’importanza per l’economia nazionale, con un valore stimato di
                                                          in occasione della Giornata mondiale senza tabacco dedicata,          oltre 14,8 miliardi di euro, di cui quasi 14 a titolo di gettito fiscale
                                                          quest’anno, alle interferenze dell’industria del tabacco.             (Iva più accise). Di forte impatto anche occupazionale, il com-
                                                            L’Italia in fumo. Nel Belpaese il 27,5% dei fumatori sono uo-       parto impegna circa 204mila addetti; di questi, 50mila costitui-
                                                          mini, il 16,3% donne. La percentuale più alta di fumatori è nel-      scono la componente agricola  della filiera dedita alla
                                                          l’Italia centrale (23,5%), la più bassa al Sud (20,5%). Riguardo      tabacchicoltura che produce 89mila tonnellate di tabacco greg-
                                                          alle classi d’età, per gli uomini la quota più elevata di fumatori    gio su oltre 28mila ettari, per un valore pari a 196 milioni di
                                                          è tra i 25 e i 34 anni (35,4%), mentre per le donne è tra i 45 e i    euro. La Campania, trainata da Caserta, con 1.600.000 giornate
                                                          54 anni (24,5%). I fumatori abituali, invece, sono il 19,7% della     lavorative nella sola fase di coltivazione, produce circa il 93% di
                                                          popolazione e consumano in media 14,8 sigarette al giorno. Dei        tutto il tabacco Burley italiano, ed è anche il primo produttore
                                                          fumatori abituali, il 37,1% sono forti fumatori, con almeno venti     europeo. Primato in bilico, siccome nel 2010 la filiera ha regi-
                                                          sigarette al giorno. E se nel tempo i fumatori stanno diminuendo      strato una sostanziale tenuta degli investimenti (-1,9 per cento sul
                                                          (erano il 34,9% della popolazione dai 14 anni in su nel 1980 e        2009) ma anche una contrazione della produzione (-8,9%) e
                                                          il 23,9% nel 2003), aumentano le disuguaglianze sociali nel           del numero di aziende agricole (-12%). E nel 2013, in attesa del-
                                                          consumo di tabacco ma con andamenti differenziati nei due             l’apposita Riforma europea, potrebbe essere rivista la Direttiva
                                                          sessi e nelle diverse fasce di età. Tra gli uomini, la quota dei fu-  comunitaria 37/2001 che definisce le norme per la produzione,
                                                                                                                                l’etichettatura e la vendita.

                   lifestyle                                                                                                    dodici
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