Page 84 - 14_02_Mar_Apr_Pubblicazione6
P. 84
Novità tra gli scaffali a cura di Roberto Colonna
Bernard Quiriny, "Une collection très particulière", traduzione italiana di Di Lella e
Girimonti Greco, "La biblioteca di Gould. Una collezione molto particolare"
Ci sono libri rari che spesso sfuggono ai più. "La biblioteca di Gould", tra i tanti
temi, a ronta anche questo. Metafora forse di una letteratura fatta per essere
letta, più che venduta. E il libro in questione ne è un e cace, quanto suggestivo,
esempio. Il suo giovane autore, Bernard Quiriny, belga che vive e lavora in Francia,
è senza dubbio uno di quegli scrittori di culto che sarebbe doveroso prima o poi
incontrare nelle proprie letture ma che invece, almeno in Italia, rimane sconosciu-
to a troppi. "La biblioteca di Gould" è costruito come una raccolta di ventisei
racconti auto-concludenti, ma allo stesso tempo collegati tra loro in modo da
formare tre brevi romanzi, i cui "pezzi" sono tuttavia sagacemente mescolati: nel
primo, "Una collezione molto particolare", sono descritti i libri, piuttosto singolari,
che compongono la sorprendente e assurda biblioteca di Pierre Gould, ra nato
ed eccentrico collezionista dandy. Nel secondo, "Dieci Città", sono invece ritratti
agglomerati urbani immaginari che si distinguono dagli altri, non tanto per la
bellezza dei loro luoghi, quanto per il fatto di possedere un "qualcosa" che li rende
sostanzialmente bizzarri. Nel terzo, "La nostra epoca", sono, in ne, narrati deliranti
fenomeni che starebbero accadendo in Francia. A questi tre miniromanzi si
aggiunge un racconto solitario, “Schnell”, che a ronta la crisi dell’arte e del
mondo che vi gira intorno, attraverso le opere di Oskar Schnell, il protagonista,
capace di dipingere quadri i cui soggetti rappresentati, se ben stimolati, si muovo-
no. Unico inconveniente, con il tempo si decompongono no a scomparire. Senza
voler svelare troppi particolari della trama, all’interno de “La biblioteca di Gould” sono evidenti i riferimenti
a Borges, Calvino, Poe, Bolaño, ma anche a Richard Matheson, soprattutto di “The Incredible Shrinking Man”
e di alcune sceneggiature di “The Twilight Zone”. Riferimenti che, oltre a essere un omaggio, non costitui-
scono, come a volte accade, un limite, poiché Quiriny, grazie a una buona dose di ironia, gestisce questi
mostri sacri come un dato di fatto, un richiamo al passato, ma anche al presente, con il quale non entrare
mai in competizione. L’ironia del resto è uno degli elementi decisivi del libro. Esilaranti sono a questo propo-
sito gli e etti collaterali che scandiscono le pagine di “Scambismo”, “La letteratura e la noia”, “Elisir della
giovinezza”, “Oromé, Bolivia”, “Cucina” o “Rifarsi un nome”. Così come non mancano spunti di grande origi-
nalità, non privi di interessanti ricadute loso che, come il borgesiano “Tutte le strade portano a Roma” o il
wittgensteiniano “Goran, Slesia”. Non si può non ricordare e fare un plauso ai due bravissimi traduttori,
Lorenza Di Lella e Giuseppe Girimonti Greco, che ci restituiscono in una forma elegante, ma sempre molto
scorrevole, una piccola gemma d’Oltralpe.
L’orma editore, Roma, 2013, 179 p., 16,50 euro
84