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Calata San Francesco
Calata San Francesco è una via gradinata del Vomero che inizia da via Belvedere e termina
in Corso Vittorio Emanuele. Questa lunga scalinata compare nel 1775 nella mappa della
città del Duca di Noja. In origine faceva parte di un piccolo borgo fuori porta, chiamato
Casale del Vomero ed era composto per lo più da case di famiglie nobiliari e cascine rurali.
La primitiva “via che discende a Chiaja” fu denominata, poi, calata S. Francesco, perché
conduceva alla chiesa e al convento di S. Francesco, sostituiti verso la ne del'700 con villa
Giordano, in cui rimane ancora incorporata la chiesetta. Calata San Francesco, nonostante
la pressante urbanizzazione che ha investito la zona, ha conservato in gran parte la note-
vole posizione paesaggistica aperta a mezzogiorno sul mare e sulla veduta del golfo
napoletano con Capri e la penisola sorrentina.
Moiariello
Uno dei luoghi più panoramici e suggestivi di Napoli,
poco conosciuto, chiamato anche la Posillipo dei poveri
per l'a ascinante panorama che o re. Il percorso ha
conservato in parte l'aspetto di borgo isolato e il caratte-
re agreste a cui si collega l'origine dello stesso toponimo
che deriva dalla dizione dialettale del termine moggio. Il
"piccolo moggio", che dal Real Orto Botanico sale sino
alla Reggia di Capodimonte e all’Osservatorio astrono-
mico voluto dai Borbone sul colle di Miradois, è un
percorso che a ascina e sgomenta. Cronache del tempo
narrano che lungo questo percorso avvennero terribili
scontri tra nazisti e partigiani durante le Quattro Giorna-
te. In alto la salita del Moiariello è dominata dalla bella
Torre del Palasciano realizzata nel 1868 dall'architetto
Antonio Cipolla per Ferdinando Palasciano, illustre
medico e chirurgo e per la moglie Olga Vavilow.
Gradini Capodimonte
Scala monumentale disegnata dall'architetto-scultore Antonio Niccolini (1836). La suddetta scala si erge in
fondo al tondo di Capodimonte, piazza di Napoli, situata nel quartiere Stella, alla ne del corso Amedeo di Savoia
e all'inizio della via di Capodimonte. La strada serviva a collegare il centro cittadino con la Reggia di Capodimon-
te. I gradini permettono l'accesso ai giardini realizzati
sempre da Niccolini. In età fascista furono intitolati alla
principessa Iolanda Margherita di Savoia. Dal tondo è
possibile notare le decorazioni poste ai lati delle scale: su
due grossi pilastri sono posti due canopi egizi in marmo e
presentano due ghirlande, su quella sinistra c'è la dicitura
dei giardini, sulla destra gli stemmi del Comune e della
Casa Savoia. Alla sommità della scala Niccolini realizzò un
piccolo an teatro.
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