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Scale di Napoli
di Claudia Prezioso
Petraio
Da via Annibale Caccavello scendono verso la parte
occidentale della città e termina al Corso Vittorio Ema-
nuele, all'altezza della chiesa di S.Carlo alle Mortelle. Le
Rampe del Petraio prendono il loro nome dalla natura
estremamente pietrosa del territorio su cui sono sorte .
A ondano le loro radici tra il XVI-XVII secolo, furono
costruite per collegare il Vomero al "nuovo" quartiere di
Chiaia, simbolo dell’espansione fuori le mura. Il tracciato
del Petraio ricalca quello di un antico alveo torrentizio
che faceva de uire a valle i corsi d'acqua della collina.
Percorso di pietre che s ora la Vigna di San Martino, gli
eleganti palazzi liberty del Vomero e i tipici "bassi" parte-
nopei che qui però hanno nestre panoramiche, verande
e terrazzini. Di qui vi è una duplice possibilità di proseguimento: i gradoni di S. Maria Apparente, la salita Vetrie-
ra e le successive rampe Brancaccio, che conducono nel cuore della Napoli più elegante (via dei Mille e via
Filangieri) o i gradoni di Chiaia, che portano all’omonima via.
Pedamentina Villanova a Posillipo
Villanova è un piccolo nucleo urbano a carattere rurale della collina di Posillipo. Questo
villaggio era collegato alla costa da una discesa molto ripida, detta canalone, che
rimane oggi uno dei luoghi più suggestivi della collina. La scalinata inizialmente si
sviluppa tra il verde delle vigne e degli orti lavorati a terrazze, per poi proseguire ripida
e scoscesa con gradini alti e stretti, chiusa a volte la visuale dalle macchie di verde, a
volte aperta con un improvviso squarcio sul mare. Incassata lungo quasi tutto il percor-
so tra due pareti di roccia, proprio scavata sembra nella roccia stessa, si direbbe che,
oltre a una suggestione paesaggistica, abbia anche una sua particolare bellezza plasti-
ca, quasi scultorea. L'arrivo a via Posillipo, nella località della costa chiamata "San Pietro
ai due frati", avviene attraverso una ripida e stretta scalinata che si infossa in una specie
di grotta per poi sbucare inaspettatamente, dopo una curva, sulla strada.
Gaiola
La discesa della Gaiola, partendo da via Tito Lucrezio Caro, scende,
ai piedi della collina di Coroglio, no al mare. La discesa, dopo un primo
tratto accessibile anche alle automobili, diventa, poi, nella parte pedo-
nale, quasi un sentiero con scale incise nel tufo giallo che attraversano
l'antico borgo fatto di poche case e si snodano in un ambiente caratte-
rizzato da macchia mediterranea e blu del mare. Circa l'origine del nome
nel dialetto napoletano gaiola o caiola signi ca gabbia, trasformazione
della parola latina caveola, diminutivo di cavea, grotta, per le numerose
grotte ivi esistenti, di cui la più celebre, anche se costruita dalla mano
dell'uomo, è la Grotta di Seiano che collega il vallone della Gaiola con
Bagnoli, sbucando nell'ultimo tornante della discesa di Coroglio.
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