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Pedamentina di San Martino

                                                                           Con i suoi 414 scalini collega la Certosa di San
                                                                           Martino con Spaccanapoli. È il percorso pedonale
                                                                           più antico e lungo della città. Questa strada fu
                                                                           iniziata nel XIV secolo dagli architetti Tino di Cam-
                                                                           piono e Francesco de Vito, per il trasporto del
                                                                           materiale necessario per i lavori dell’omonima
                                                                           Certosa ma assunse l'aspetto attuale soltanto in
                                                                           seguito. Oggi rappresenta un'importante testi-
                                                                           monianza storica e urbanistica. La Pedamentina è
                                                                           interessante anche da un punto di vista paesaggi-
                                                                           stico, costeggia gli orti e i giardini della vicina
                                                                           Certosa, oltre a o rire pregevoli vedute sulla Baia
di Napoli. Il tracciato della Pedamentina è pensato n dall'inizio come arteria di collegamento tra la città bassa
e la collina. Percorrendo le scale si incontrano anche tratti dell'antica mutazione cinquecentesca voluta da
Pedro da Toledo.

Pendino di Santa Barbara

Ripida gradinata risalente al Medioevo che collega il sedile di
Porto e l'ottocentesca sede della Borsa di Napoli, alla zona quat-
trocento-cinquecentesca della città. Il termine Pendino sta a
indicare l'accentuata pendenza della gradonata che prende il
nome da una chiesa, ormai scomparsa, fondata nel 1194 da
monaci basiliani. Al termine della salita ci si ritrova in via Banchi
Nuovi, accanto alla quattrocentesca facciata in bugnato dell'anti-
co e a ascinante Palazzo Penne, uno dei rarissimi esempi di
architettura civile del primo Quattrocento. Scendendo lungo il
lato occidentale della gradonata è possibile ammirare due

 nestre a croce guelfa degli antichi appartamenti. Il palazzo
dopo tristi, alterne vicende è nalmente in fase di restauro.

                                          Scalone monumentale di Montesanto

                                                          Opera di Filangieri del 1880. Fiancheggia il tracciato della Funi-
                                                          colare e termina a piazza Montesanto, alle spalle della Pigna-
                                                          secca. Una spettacolare scalinata a balze, lungo le quali Vittorio
                                                          De Sica girò alcune scene del "Giudizio Universale". Le belle
                                                          rampe sono in pietra lavica. Il suo toponimo deriva dalla
                                                          presenza della seicentesca Chiesa di Santa Maria delle Grazie,
                                                          popolarmente detta di Montesanto. La Chiesa, edi cata dall'ar-
                                                          chitetto Pietro De Marino, conserva nella cappella di Santa
                                                          Cecilia la tomba del musicista Alessandro Scarlatti.

                                                                                                                                                                                               93
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