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Sport
Napoli 1987-2013:
una lunga storia di passione
nel ricordo di un piccolo tifoso
di Andrea Oliva pelle d’oca. A cominciare dal giro mattutino
con mio papà per assaporare gli umori
“17:47! 10 maggio, Napoli Campione d’Italia, della gente sino al ritorno a casa, avvolta
Bianchi! Napoli Campione d’Italia!”... da brividi. dall’odore della pizza di mia nonna e con
Ecco, così iniziava il primo scudetto della storia mia mamma che stava cucendo le ultime
del Napoli, con le parole enfatiche, trascinanti, bandiere; pranzammo cercando qualsiasi
viscerali del grandissimo Giampiero Galeazzi distrazione e poi… poi in religioso silenzio
che, con il consueto timbro di voce, si rivolse a attendemmo gli eventi.
uno stranito Ottavio Bianchi al momento del La città era avvolta da un silenzio surreale,
triplice fischio. assordante. Che splendore! 120.000
La folla intonava i versi di “’O surdato persone allo stadio, mio fratello era lì, gli
innamorato” tributando alla squadra il suo altri incollati alle radioline, tutti in attesa
canto d’amore. Lo stadio era una bolgia, un e con un filo di paura che da sempre fa
vulcano in eruzione, la città era impazzita di dire a ciascun napoletano “c’amma fa’, ci
gioia e si stava preparando alla lunga festa. In proveremo la prossima volta”. La grandezza
quell’atmosfera da girone infernale dantesco, del popolo napoletano, ma anche la sua
strattonato da mille mani che cercavano di dannazione, è proprio quella di attendere,
abbracciarlo, tra le lacrime di commozione per di aspettare che il fato possa compiere
un traguardo atteso 61 anni, il mister Bianchi, il Miracolo. La differenza sta tutta lì, noi
con un filo di voce, rispose al microfono: “sono “aspettiamo” che avvenga, i tifosi delle
soddisfatto, abbiamo fatto un buon lavoro, altre squadre “si aspettano”, pretendono.
sono due anni che facciamo dei sacrifici e… È questa condizione a rendere il tifoso del
sono soddisfatto”. Che meraviglia! Nessun Napoli unico, inimitabile.
regista cinematografico, musicista, pittore Ma quel giorno non andò così, non poteva
avrebbero mai potuto farci vivere un andare così, l’attesa era stata troppa:
contrasto così forte, così emozionante. il Miracolo si compì al 29’ del primo
Fu grazie anche a questo bresciano, dotato tempo, assist di tacco di Giordano e gol di
di calma biblica unita ad arguzia tattica, che Carnevale, un boato liberatorio abbracciò
il Napoli e Napoli riuscirono nell’impresa. teneramente le strade partendo dal catino
Ci voleva uno così che, incurante delle di Fuorigrotta. Ci mancava davvero poco:
pressioni esterne e interne, dell’eccessivo l’Inter perdeva a Bergamo con l’Atalanta
calore della gente, portasse la squadra al che stava servendo su un piatto d’argento
massimo risultato e la consacrasse alla il tricolore ai “terroni” napoletani. Scherzi
storia del calcio.
Avevo quasi 12 anni allora, ma conservo
scolpiti nella memoria i ricordi di quella
giornata, i colori e i sapori, il fermento che
avvolgeva l’intera città, tanto che, ancora
oggi, al pensiero di quei momenti ho la
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