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moda
Dopo il successo del tuo blog, la “Coop”
di ieri è ancora la Patricia di oggi?
Sì, il successo non ha cambiato chi
sono. Ho sempre impostato il blog in
modo da non prendermi troppo sul
serio. La considero un’esperienza che
prima o poi finirà. Ho voluto struttu-
rarlo in modo tale che a un certo pun-
to non si parli più solo di immagine
ma di brand e aziende. Le mie priorità
sono ancora studio, lavoro e famiglia.
Parliamo di “The Atelier”. Come na-
sce?
“The Atelier” nasce circa 3 anni fa. Dopo vari ten-
tativi, il mio ragazzo è riuscito a convincermi a crear-
lo. Sono sempre stata un’appassionata di fotografia,
pubblicavo i miei lavori su diverse piattaforme. Pun-
tuale arrivava la domanda su Facebook riguardo i capi
che indossavo. Così seguì il consiglio di Giotto e in-
dirizzai il pubblico verso un altro spazio virtuale, più
personale. Da quando sono a Milano, grazie alla colla-
borazione dei ragazzi di NSS, “The Atelier” è diventato
a full time job!
Adesso porta anche la firma del tuo ragazzo, Giot-
to Calendoli. Come siete arrivati a essere partner
anche nel lavoro?
Se pubblicavo un post, lui scattava le foto, io ne scat-
tavo altre a lui. Ci siamo detti “perché non farlo insie- no fissati durante la fashion week, mi tocca assistere
me?”. Anche le aziende hanno accolto di buon grado
questo cambiamento.
Le collaborazioni con marchi internazionali ti han-
no dato la possibilità di visitare tanti posti nuovi.
Come è il tuo rapporto con la dimensione viaggio?
Ho un grande spirito di adattamento. Avendo vissuto
in una famiglia multietnica sono abituata a tutto! Mi
piace sperimentare.
Che cosa porti sempre con te?
Innanzitutto il caricabatterie, mi è stato regalato quel-
lo mobile e già non posso farne a meno. Non lascio
mai a casa i libri e tanta buona musica. Le valigie sono
sempre light. L’esperienza e il tempo mi hanno inse-
gnato che quando viaggi puoi portarti dietro tutto
ma finisci con mettere sempre quelle stesse T-shirt e il
pantalone che ti piace tanto.
Come scegli cosa indossare?
Se ho un appuntamento importante ci penso
durante la notte o sotto la doccia. Di solito mi
guida l’istinto. Certo, se ho appena comprato
un capo non vedo l’ora di sfoggiarlo e cerco di
trovare l’abbinamento giusto, partendo dagli ac-
cessori.
La “semplicità” è il tuo marchio di
fabbrica. Qual è il capo che più
rappresenta questo concetto?
Essendo una fan sfegatata di Armani
direi la giacca. Amo tutto ciò che ha
creato, dal power dressing al dress for
success. Non c’è niente di più sensuale
di una donna che veste capi maschili
come una giacca o magari pantaloni da
tailleur. Un semplice capo manly ren-
de la donna che lo indossa super sexy.
Semplicità e sensualità marciano sullo
stesso binario.
Come si svolge la tua giornata tipo?
Studio e poi studio ancora, magari quando il lavoro
si intensifica vado ai vari appuntamenti, agli shooting
che a volte durano anche dodici ore. Torno a casa e
studio di nuovo. Capita spesso che i miei esami sia-
alle sfilate, fiondarmi all’università sui i tacchi, tornare
a casa esausta, studiare senza sosta, partecipare a un
evento e finalmente dare l’esame.
Sei un nome affermato nel panorama di chi scrive
di moda sul web. Come sono i rapporti con le altre
fashion blogger?
Siamo molto affiatate. Per esempio conosco Chia-
ra (Ferragni) e tra noi c’è uno splendido rapporto. Si
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