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conserva l’atmosfera magica del set cinematografi-           ta. I proprietari hanno conservato alcuni oggetti del
co, in particolare alla Marina di Corricella, ai piedi di    film che espongono in una parte del locale, tra que-
Terra Murata, cosiddetta per le fortificazioni medieva-      sti il borsone e il cappello del postino e la bicicletta.
li. È qui, nel cuore del centro storico dell’isola, che si   Un’intera parete del locale è dedicata ai momenti più
svolge la storia di Mario Ruoppolo, postino che con          belli vissuti con gli attori durante le riprese del film.
l’arrivo sull’isola dell’esiliato poeta Pablo Neruda ha      L’ufficio postale dove lavorava Mario, invece, si trova
l’occasione di confrontarsi per la prima volta con la        in Piazza dei Martiri 8, alla fine della quale si erge la
poesia e iniziare a guardare il mondo con occhi diver-       chiesa della Madonna delle Grazie (XVII sec.) teatro
si. Marina di Corricella è tuttora un piccolo villaggio      della processione. Luogo incantato è, poi, la spiaggia
di pescatori, porticciolo seicentesco caratterizzato         di Pozzo vecchio dove nella trama del film si incontra-
da un’architettura molto particolare, le case sono un        no Massimo Troisi e Philippe Noiret, il postino Mario
agglomerato edilizio unico nel suo genere: le une ad-        Ruoppolo con l’esiliato poeta Pablo Neruda. L’isola di
dossate alle altre con la presenza di archi, che hanno       Procida aveva e conserva la semplicità e la bellezza
funzione di ingresso, balconi caratteristici (vefì) che      naturale che ricercava Massimo Troisi per il suo film.
portano ai piani superiori, scale, finestre, gradinate e     Rifletteva, forse, anche la sua stessa semplicità e la
tutte tinte di colori pastello (giallo, rosa, azzurro, ver-  naturale comicità sempre venata da un fondo di tri-
de, bianco) utile, si dice, ai naviganti per riconoscere     stezza. Procida da sempre è stata fonte ispiratrice di
la propria casa dal mare. Al borgo della Corricella, cui     romanzi e set cinematografici. La piccola isola campa-
si può accedere solo attraverso delle scalinate, la più      na fu descritta in epoca classica da Giovenale e Virgilio
frequentata delle quali è la “Gradinata del Pennino”, di     oltre a essere stata scena della sesta novella del De-
fronte alla chiesetta di San Rocco (XV sec.), troviamo       camerone di Giovanni Boccaccio. Impossibile, infine,
la locanda del postino, che è stato nel film il bar di Be-   non ricordare Graziella di Alphonse de LaMartine e l’I-
atrice, interpretata dalla giovane Mariagrazia Cucinot-      sola di Arturo di Elsa Morante, solo per citarne alcuni.

dalla smorfia al successo internazionale

Massimo Troisi nasce a San Giorgio a Cremano il 19 febbraio 1953. Il padre
macchinista ferroviario e la madre casalinga, ha cinque fratelli. A 15 anni ini-
zai a interessarsi al teatro, fonda con gli amici Lello Arena ed Enzo De Caro
la compagnia “I Saraceni”. Nel 1972 gli viene diagnosticata un’anomalia car-
diaca che lo obbligò, nel 1976, a recarsi negli Stati Uniti per un intervento
alla valvola mitralica. L’operazione ebbe buon esito. Massimo e la sua com-
pagnia, che si era trasformata nella Smorfia, iniziano a girare i teatri italiani con apprezzati spettacoli di
cabaret. Riscuotono sempre più successo e approdano in radio e in tv. Massimo Troisi, nel 1981, debutta al
cinema come autore, attore e regista con “Ricomincio da tre” riscuotendo grande successo di pubblico e
critica. Tre i Nastri d’argento conquistati, due i David di Donatello. Nel 1982, al fianco di Lello Arena, recita
nel film “No grazie il caffè mi rende nervoso”. Torna alla regia con “Scusate il ritardo” e “Non ci resta che
piangere”, con Roberto Benigni. Nel 1987 è attore e regista nel film “Le vie del Signore sono finite”. Seguo-
no alcuni film per Ettore Scola: “Splendor”, “Che ora è”, con cui vince in coppia con Marcello Mastroianni
la coppa Volpi alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, e “Il viaggio di Capitan Fracassa”. Per la
quinta volta torna alla regia con “Pensavo fosse Amore... invece era un calesse”, al fianco di Francesca Neri.
Dopo aver acquisito i diritti cinematografici del romanzo “Il postino di Neruda” di Skarmeta realizza il suo
ultimo film “Il postino”. Il 4 giugno 1994, a Ostia, muore a casa della sorella poco dopo aver terminato le
riprese del film.

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