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vetro, in quanto meglio di altri rappresenta l’idea del
viaggio alla scoperta della vera “Luce”. Infatti, questo
tipo di presepe parte dall’alto con Benino il pastore
dormiente che ci porta, attraverso un percorso a tap-
pe, a scoprire il “vero Lume”: la grotta dove nasce il
bambino Gesù».
Sulla coralità dei personaggi del presepe e di riflesso
della Cantata si è espresso anche il maestro Barra
che da quarant‘anni la porta in scena. «La cantata dei
Pastori non è un semplice spettacolo, ma una sacra
rappresentazione con risvolti socio-politici e religio-
si» ha precisato il maestro. «Personalmente la rinnovo
anno dopo anno, l’ho riscritta con il mio amico Me-
moli e la rinverdisco con modifiche ora al testo, ora
alla scenografia, ora alle musiche, cosicchè la canta-
ta resta viva». Come da tradizione, anche quest‘an-
no, la Cantata dei pastori verrà rappresentata al Tea-
©Alessandro Vitiello Peppe Barra durante lo spettacolo “Sogno di una notte incantata”
©Antonio Pascarella
tro Trianon e inoltre per la prima volta è in programma
sul palco di un teatro lirico come il Bellini di Catania.
«Il termine “Cantata” - ha precisato il maestro Barra-
non deve indurre in errore in quanto l’unica musica
canonica presente alla sua prima edizione era Quan-
nno nascette ninno di sant’Alfonso Maria dei Liguori
proprio del 1698. Nel tempo si aggiunsero testi famo-
si della tradizione musicale napoletana che cantava-
no Razzullo e Sarchiapone. Oggi ritroviamo i testi e
le musiche di maestri come Columbro, De Simone e
Cannavacciuolo».
Tante versioni e interpretazioni si sono susseguite
nel tempo anche se tutt’oggi appare impossibile tra-
smettere le sensazioni di questo spettacolo, eco di
tempi lontani, delle nostre radici. Un vero e proprio
documento storico in grado di emozionare solo par-
tecipando alla sua visione.
LA TRAMA DE “LA CANTATA DEI PASTORI”
Racconto del viaggio intrapreso da Maria e Giuseppe per giungere a Betlemme per il censimento indetto dall’imperatore Cesare
Augusto e delle insidie che i diavoli frappongono loro per impedire la nascita di Gesù. Nel difficile viaggio vengono accompagnati
da due figure popolari napoletane: Razzullo, lo scrivano assoldato per il censimento, e Sarchiapone, barbiere pazzo e omicida. Alla
fine gli Angeli saranno vincitori e l‘opera si conclude con l‘adorazione dei vari e classici personaggi del presepe oltre ad assistere
alla redenzione di Sarchiapone e Razzullo davanti alla grotta dove nasce il Bambino Gesù.
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