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più solo un ‘castrum’ a dife-                               chiese: la seicentesca chiesa di Sant’Antonio a Auduni,
sa del territorio, ma un vero                               la cinquecentesca chiesa a Calvisi di S. Maria del Car-
e proprio centro forti cato                                 mine dove si venera San Liberato Medico e Martire,
posto in alto a controllare                                 arricchita di recente di un prezioso portale in bronzo
le aree circostanti: come                                   dell’artista Silvano d’Orsi. A Carattano nella seicente-
leggiamo nel ‘Catalogus Ba-                                 sca chiesa di S. Maria della Libera è conservato uno
ronum’, il primo feudatario                                 splendido a resco della Vergine certamente tardo-
fu Guntardus, su eudatario                                  medievale, mentre a Madonna del Bagno si ricorda il
del Conte di Caserta. Per ca-                               miracolo di un’acqua che, sembra, guarisse ogni male
pire l’importanza di questo                                 sicchè i gioiesi decisero di scavare un pozzo in fondo
sito, basti ricordare che Car-                              al quale trovarono un’immagine della Madonna. In-
lo V volle donarlo nel 1532                                 somma, venire a Gioia è un regalo che facciamo a noi
a Ugo Villanumo, un focoso                                  stessi e al nostro bisogno di Bellezza.
cavaliere spagnolo che si
era distinto nella battaglia di
Pavia (1525). Forse è vero o
forse è ancor più vera la leg-
genda (importante!) che ac-
compagna questa vicenda,
giacché sembra che il cava-
liere si fosse invaghito di una
bella fanciulla detta Erbani-
na che conosceva il potere
delle piante e che perciò fu
condannata come strega
che S. Michele, per puni-
zione, fece precipitare dalla
torre. Ne è rimasta memoria
nel nome del vicino monte
Erbano non solo, ma anche
nella ricchezza di piante o -
cinali che rendono prezioso
il territorio di Gioia, piante
di recente studiate e pub- Portale in pietra locale
blicate in un importante li-
bro curato da M. Raccio, I Territori di Gioia Sannitica,
(Piedimonte Matese 2014). La vita di queste aree che
per secoli era stata caratterizzata soprattutto dall’agri-
coltura e dalla pastorizia, fu sconvolta dall’arrivo dei
Savoia, mai veramente accettati e de niti tout-court
‘usurpatori’, ai cui metodi prepotenti e vessatori le po-
polazioni opposero un ero ri uto dando vita a quello
che la ‘nuova’ Italia sprezzantemente marchiò come
‘brigantaggio’. Splendido panorama (impossibile de-
scrivere la suggestione dei mille colori di Piana delle
Pesche), certo, aria nissima, ma anche bei palazzi,
come Palazzo Maturo a Gioia Centro (1545), e antiche

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