Page 72 - 14_02_Mar_Apr_Pubblicazione6
P. 72
admiranda
Capua la Splendida
Di qui passarono i Grandi
Ponte sul Volturno
di Jolanda Capriglione*
Professore di Estetica del Paesaggio, Seconda Università di Napoli
Capua la splendida si lascia andare fra le spire dolci in braccio, forse ex voto. Ritrovate nell’Ottocento, da
allora vivono nel mistero della loro preziosa e silente
d’abbraccio del Volturno, il ume che ha 'fatto' la unicità: il tufo giallo e grigio le ha protette nei millen-
storia dell’Occidente. Già, pare che sia proprio vero ni e oggi si o rono in tutta la loro potenza simbolica,
che da queste parti per no Annibale dimenticò ma anche in tutta la loro straniante bellezza. Il Palaz-
elefanti e sogni di gloria per darsi alla bella vita che i zo Antignano che accoglie il Museo fa angolo con un
francesi chiamano signi cativamente les délices de pezzo della Capua longobarda: la Chiesa di San
Capoue. Ma non fu il solo a perdere la testa: quando Salvatore a Corte, oggi sede di un bel Museo di Arte
già era nata la città di Casilinum, non lontana Sacra Contemporanea dove artisti del calibro di
dall’antica Capua, di qui passarono i Grandi, da Fede- Angelo Mirra hanno lasciato opere forti, di rara
rico II a Pier delle Vigne, da Carlo V al feroce Valenti- intensità. E poco più in là, accanto all’immensa
no e grandi architetti, da Attendolo a Francesco di Cattedrale dedicata a S. Stefano e Agata, il Museo
Giorgio Martini a Gio redo a Collecini. Il bon vivant Diocesano. La Cattedrale stessa, fondata dal vescovo
Giovanni Boccaccio fu per qualche tempo ammini- Landulfo (856), è un Museo: basta guardare le alte
stratore della potente parrocchia di San Lorenzo ad colonne provenienti dal vicino An tetro dell’Antica
Crucem, chiesa attigua al Palazzo Antignano, a tutti Capua e poi tele, bronzi, argenti, marmi sopravvissu-
noto perché sede del Museo Campano. Già, il Museo ti ai bombardamenti insieme all’Assunzione del
Campano. Raccoglie memorie di tutto il territorio Solimena (sec. XVIII), il magni co Cero Pasquale, le
circostante, ha una collezione di deliziose tanagrine tele della Via Crucis del Liani (sec. XVIII), il Cristo
da far invidia a qualunque altro Museo del mondo e Deposto del Bottiglieri (sec. XIX), conservato nella
poi terrecotte dipinte, statue elleniche, ellenistiche, cripta insieme ad altri capolavori in marmo e pietra,
medievali, una quadreria immensa e un unicum che e non solo. Il Museo Diocesano è una passeggiata
muove studiosi e turisti di tutto il pianeta: la magni - nella storia anche laica della città. Fu inaugurato nel
ca collezione di Matres Matutae con i loro glioletti
72